Le analisi di diagnostica OGM realizzate presso il Laboratorio Agroalimentare sono di due tipi:
Rilevamento OGM
Per pianta transgenica s’intende una pianta il cui materiale genetico è stato modificato cioè è stato trasferito nel suo genoma un gene estraneo proveniente da un organismo lontano, quale un virus, un animale o un’altra pianta, attraverso le tecniche dell’ingegneria genetica.
Le piante OGM sono già molto diffuse nel mondo e comunque in rapida crescita: mais, cotone, colza, papaya, patata, soia, melone, pomodoro, tabacco, radicchio, riso e zucca.
L’analisi del DNA distingue e riconosce i vegetali naturali da quelli geneticamente modificati andando a ricercare nel loro DNA elementi che sono comuni alla maggior parte degli OGM.
Normativa vigente
Molte nazioni, inclusa l’Unione Europea (UE), distinguono tra OGM autorizzati (e quindi legali) e non autorizzati (e quindi illegali). Pertanto, la legislazione europea sull’ingegneria genetica richiede metodi specifici per la rilevazione, l’identificazione e la quantificazione degli OGM in prodotti alimentari e mangimi, prima che possano essere autorizzati e immessi sul mercato (Direttiva 2001/18/CE e Regolamento (CE) n. 1829/2003).
Rilevazione quantitativa
mediante Real Time che, oltre a identificare la presenza dell’OGM, ne determina anche la quantità, cioè la percentuale riferita al singolo ingrediente presente nell’alimento. L’analisi quantitativa può essere applicata alla soia, al mais e ai loro derivati. Essa permette di quantificare la percentuale di OGM riferita al singolo ingrediente.
Rilevazione qualitativa
verifica la presenza/assenza dell’OGM mediante PCR. Il test è applicabile a tutti i vegetali e derivati